I processi di Norimberga e Tokyo

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I processi di Norimberga e Tokyo

La più grande farsa della giustizia umana

 

Chiediamocelo: i processi di Norimberga e di Tokyo, furono vera giustizia, una forma di vendetta o una farsa colossale?

20 novembre 2021: 76° anniversario dell’inizio del processo-farsa di Norimberga.

Se chiedessimo ai più giovani cosa fu e cosa ha rappresentato questo processo per il mondo in cui viviamo, probabilmente otterremmo risposte che vanno dal “non so” al “non ricordo bene”.

Se ponessimo qualche domanda riguardo all’altro processo-farsa, quello di Tokio, iniziato il 3 maggio del 1946, i nostri giovani probabilmente ci guarderebbero con aria interrogativa e non saprebbero cosa dire!

Eppure entrambi hanno rappresentato una svolta importante, sia per contesto in cui si sono svolti sia per gli assurdi principi che hanno stabilito.

Per coloro che sono digiuni di storia, è bene ricordare che con questi due processi i Paesi che avevano vinto la seconda guerra mondiale, giudicarono e condannarono i gerarchi e capi politici nazisti da una parte (Norimberga) e quelli giapponesi dall’altra (Tokio), ovvero i “capi” dei due Paesi che avevano perso la seconda guerra mondiale.

E l’Italia direte voi? Anche lo Stato fascista aveva perso la sua guerra! Come disse Churchill, “…la morte di Mussolini ci ha risparmiato una Norimberga italiana.”

Il processo di Norimberga e quello di Tokio seguirono le stesse linee guida e le stesse procedure: parleremo, quindi, soprattutto del primo, degli avvenimenti di Norimberga.

La decisione di sottoporre a processo i responsabili tedeschi fu presa nel 1943, quando fu chiaro che la guerra sarebbe stata vinta dai Paesi Alleati; fu scelta anche la città ove tale processo si sarebbe svolto: Norimberga, la città-simbolo del potere nazista, la città delle celebrazioni del Partito del Reich.

Fu altresì stabilito che i giudici e gli accusatori sarebbero stati cittadini e militari dei Paesi vincitori ovvero Stati Uniti, Russia, Regno Unito e Francia.

Non è chiaro in base a quale ragionamento la Francia riuscì a infilarsi fra i Paesi “vincitori”, essendo stata sonoramente sconfitta dalla Germania, che l’aveva anche occupata militarmente, e il cui contributo alla vittoria finale fu insignificante. In base allo stesso ragionamento, si sarebbero dovuti considerare “Paesi vincitori” anche l’Olanda, il Belgio, la Polonia, la Cecoslovacchia e tutti gli altri Stati coinvolti, Paesi che invece furono tenuti rigorosamente fuori dalla composizione del collegio giudicante.

Questi i capi di accusa formulati nei confronti dei gerarchi nazisti:

  • Crimini contro la Pace
  • Crimini contro l’Umanità
  • Crimini di Guerra
  • Guerra di Aggressione

 

A Norimberga come a Tokio, ciascun imputato fu giudicato in base a tali capi di accusa.

Al termine del processo, furono emesse 12 sentenze di condanna a morte a Norimberga e 7 a Tokio, numerose condanne all’ergastolo e diverse pene minori. Tutte le condanne a morte furono eseguite per impiccagione dal  boia selezionato fra quelli statunitensi: il sergente Woods, a Norimberga.

I corpi furono poi cremati nei forni di Dachau (significativa la scelta!) e le ceneri disperse nel fiume vicino.

Perché lo si è definito un processo-farsa? I motivi che hanno portato a tale definizione sono tanti: non vogliamo assolutamente addentrarci nelle motivazioni e nei cavilli giuridici che, se di interesse, possono comunque essere trovati nei tanti libri e articoli scritti sull’argomento da eminenti giuristi di tutto il mondo.

Analizziamo il contesto solo sotto un aspetto umano, pragmatico e di puro buon senso.

La Corte giudicante era costituita solo dai Paesi cosiddetti “vincitori” (e neanche da tutti!): non c’erano giudici da provenienti da Paesi neutrali o dia paesi sconfitti.

Erano quindi i “vincitori” a giudicare i “vinti”!

Nessuno mette in dubbio il diritto dei “vincitori” di giudicare i “vinti”: fin dai tempi antichi, il popolo vincitore aveva il diritto di vita e di morte sui vinti.

Cesare stesso sfilò lungo i Fori a Roma, con il suo carro luccicante cui era incatenato il suo grande nemico, lo sconfitto Vercingetorige

E Cesare fece assassinare Vercingetorige pochi giorni dopo!

Anche nel Medioevo e nel Rinascimento si è agito nello stesso modo. Anche le guerre napoleoniche e la 1° Guerra Mondiale hanno avuto il loro strascico di persone esiliate o imprigionate.

Mai si era però voluto ammantare di una veste di legalità, istruendo addirittura un processo, il potere di esecuzione e di imprigionamento dei vincitori sui vinti: lo si faceva e basta!

Era un diritto “naturale”, accettato da tutti.

Con Norimberga (e con Tokio) si è voluto processare non solo gli individui ma tutto un governo e tutto un popolo! I Vincitori hanno il diritto di giustiziare, imprigionare, imporre sanzioni ma non possono arrogarsi il diritto di “giudicare” un popolo o l’idea in cui questo popolo credeva!

Norimberga ha mandato a morte Ribbentrop quale fautore del patto Ribbentrop-Molotov: perché non ha processato anche Molotov? Ovvio, perché Molotov apparteneva a un Paese vincitore, l’Unione Sovietica. Questo, quindi, non è stato un processo: è stato semplicemente l’atto con cui il vincitore ha esercitato il suo diritto di condannare il vinto!

Norimberga ha mandato a morte Streicher, giornalista e direttore di un settimanale strettamente legato al partito nazista: può un giornalista e direttore di un settimanale avere colpe tali da meritare la condanna a morte? Non si tratta, piuttosto, del solito “indiscutibile diritto” del vincitore sul vinto?

Norimberga ha condannato a 20 anni l’ing. Speer, responsabile dell’industria bellica e delle infrastrutture. La sua colpa? Aver fatto troppo bene il proprio lavoro nella produzione di armamenti per il proprio Paese. È forse una colpa servire al meglio il proprio Paese? O non è anche questo il diritto del vincitore di condannare il vinto “a prescindere”?

Il figlio di Krupp, il magnate delle acciaierie tedesche, fu condannato a 12 anni: lui e suo padre non avrebbero dovuto fornire i cannoni al 3° Reich! Ovvero avrebbero dovuto boicottare il proprio Paese! E fu condannato, da un Tribunale che voleva essere “legale”!

Göring riuscì a impossessarsi di una pastiglia di cianuro la sera prima dell’impiccagione e a suicidarsi: il tribunale decretò che doveva comunque essere impiccato. Possiamo immaginare gli sforzi del sergente Woods che dovette appenderlo al cappio! Giustizia? O vendetta?

Anche il Maresciallo Keitel, capo delle Forze armate tedesche, fu condannato a morte per impiccagione: da vecchio militare prussiano, chiese di essere fucilato. Ricevette un rifiuto: anche lui, il 16 ottobre, finì con il cappio al collo, assieme a tutti gli altri. Questa fu giustizia o vendetta?

Le pene inflitte ai responsabili nazisti fu la “giustizia” dei vincitori sui vinti! Legittima, per quello che abbiamo detto prima, ma non nascondiamoci dietro la presunta “legalità” di un regolare processo penale!

L’imputazione di “crimini di guerra e contro l’umanità” costituì il principale capo di accusa contro i nazisti: come vogliamo considerare il bombardamento della città di Dresda effettuato principalmente dagli inglesi nel febbraio del 1945? Dresda fu sommersa da migliaia di tonnellate di bombe al tritolo e al fosforo, che la incendiarono completamente, radendola al suolo, distruggendo case, ospedali, scuole, asili: Adenauer, da cancelliere, parlò di 250.000 vittime quasi tutte civili. Il bombardamento fu giustificato dicendo che era necessario distruggere una fabbrica di cuscinetti, componente essenziale per veicoli e velivoli.

E per distruggere una fabbrica si incendia e si distrugge una intera città? Con tutti i suoi abitanti?

La distruzione di Dresda fu chiaramente un atto deliberato per colpire civili e bambini indifesi e “convincere” la Germania ad arrendersi: per questo crimine nessuno ha pagato, perché fu commesso dai vincitori.

Ed è giusto così.

Ma non è affatto “giusto” se si pensa di instaurare un tribunale che giudichi i crimini di guerra e contro l’umanità in senso lato!

E che dire delle bombe atomiche sganciate dagli americani su Hiroshima e Nagasaki? Contrariamente a quanto asserito dalla storia ufficiale, non vi era alcun bisogno di usare questa arma terribile per far terminare la guerra! Il Giappone era ormai allo stremo, trincerato nel suo ultimo lembo di terra, isolato da tutti, senza più possibilità di importare energia e viveri: era solo una questione di tempo.

Sei mesi al massimo, secondo gli storici, e sarebbe crollato, senza alcun bisogno dei bombardamenti americani.

Ma gli USA avevano impegnato tempo e denaro per sviluppare l’atomica e non vedevano l’ora di vederne gli effetti reali su una città e sui suoi abitanti. E’ comprensibile, ed è anche comprensibile la decisione di Truman di testarla, sfruttando la situazione della guerra con il Giappone, prima della sua resa.

Non fu, questo, un “crimine di guerra” e un “crimine contro l’umanità”? lo fu, sicuramente! Però fu compiuto da un “vincitore” e quindi è legittimo!

E così da novembre 1945 a ottobre dell’anno dopo, andò in scena questa tragica sagra all’insegna de “il più pulito ha la rogna!”

Gli USA avevano sganciato appena due mesi prima le loro atomiche, provocando centinaia di migliaia di vittime civili giapponesi. Solo per provarne gli “effetti reali”.

Roosevelt, pur essendo stato informato dai suoi Servizi dell’imminente attacco dei Giapponesi a Pearl Harbour, non fece niente per contrastarlo perché “…aveva bisogno di qualche migliaio di ragazzi americani morti per convincere il popolo americano a entrare in guerra!”

…e furono loro, Roosevelt e gli USA, a ergersi a giudici del popolo tedesco per “crimini di guerra” e per “crimini contro l’umanità”!

Vogliamo parlare dell’Unione sovietica e di Stalin? Reduce dalle famose “purghe staliniane”, dalla deportazione di intere popolazioni in Siberia, dallo sterminio di sei milioni di contadini Kulaki, dalla realizzazione dei famigerati gulag, i campi di stermino russi, anche l’Unione Sovietica e Stalin si fecero giudici del popolo tedesco accusandolo di “crimini di guerra” e di “crimini contro l’umanità”!

Americani. Sovietici. E Inglesi, quegli stessi Inglesi, che avevano distrutto coscientemente e per puro calcolo politico intere grandi città: anche loro esercitarono il “diritto” del vincitore sul vinto.

Quanti furono realmente gli imputati condannati a Norimberga?

Furono processate 177 persone: 35 furono rilasciate e 142 condannate.

Dei 142 condannati 26 furono sentenziati di pena di morte (7 nel processo ai dottori; 4 nel processo Pohl e 15 nel processo agli Einsatzgruppen). 118 imputati ricevettero pene diverse dalla condanna a morte: 20 furono condannati al carcere a vita e 98 ottennero una sentenza inferiore ai 25 anni.

Non sono un po’ troppo …pochi?

E tutti gli altri criminali?

Dove finirono?

Furono assunti dalle super potenze “vincitrici”.

Stava per iniziare la Guerra Fredda: le super-potenze necessitavano di criminali veramente bravi da arruolare nelle loro fila.

 

1 Comment
  • Michela B.
    Pubblicato il 19:25h, 13 Febbraio Rispondi

    Una riflessione acuta, molto interessante e terribilmente attuale… in molti evocano una Norimberga 2 x quanto le nostre società e popolazioni hanno vissuto in questi ultimi due anni… indubbiamente c’è una profonda e anche giusta, a mio avviso, sete di giustizia, ma solo noi, nella nostra coscienza umana e spirituale, potremo e dovremo evitare che la tanto desiderata giustizia si alimenti della farsa, del sopruso del vincitore sul vinto e della menzogna.

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